sabato 24 marzo 2018

FLAG PER DIRVI GRAZIE

Veneto, Italia, ma anche Europa e le Americhe, giungendo perfino dall'Asia: provengono da tutte le latitudini le oltre 11.000 visite registrate nei suoi primi 8 anni di vita da CESTIPEDIA, il blog dedicato allo slang veneto-trentino.
Dal 1 di marzo 2010 un contatore rileva le visite suddivise per Paese di provenienza: è un piccolo modo (e mondo) multicolore per ricordarvi e ringraziarvi ancora una volta, e sottolineare che lo slang e il dialetto veneto di casa hanno il Mondo.

sabato 21 maggio 2011

Vocaboli R-Z

RAGATTARE (pr. Ragatare): vomitare. Segnalato dalla zona di Verona.
REBONZO (pr. Rebonso): nel Veneto sud-orientale il termine “riboncia” o “reboncia” si usa per “eroina” (per la quale si usa anche “bubbana”)». Segnalato dalla zona di Venezia.
RUMARE: frugare, rovistare, cercare (es. “rumare nella borsetta”). Segnalato dalla zona di Verona e Vicenza.
SBIELLARE (pr. Sbieare): usato soprattutto nella prima persona singolare (“sbiello”) per giustificare gesti inconsulti e/o lapsus freudiani nel corso, ad esempio, di un'interrogazione di matematica, accompagnato dalle scuse più vili. Segnalato dalla zona di Trento.
SBLAGA: dicesi a Bolzano di persona che esagera, che fa il “figo”, per esempio con una macchina di grossa cilindrata: “guarda quello che sblaga con quella macchina” oppure “fa troppo lo sblaga”. Segnalato dalla zona di Bolzano.
SBOLDRA: ragazza dai facili costumi. Segnalato dalla zona di Padova.SBOLDRO: riferito a un maschio vuol dire “trasandato”. Riferito ad una ragazza, diventa offensivo. Segnalato dalla zona di Padova.
SBREGA: esclamazione di esultanza per un colpo di fortuna inaspettato. Segnalato dalla zona di Trento.
(A) SBREGO: a rotta di collo (diffuso in Veneto).
SCRONDA: detto di ragazza poco attraente o spettinata, struccata, vestita male. Segnalato dalla zona di Trento.
SECCIA (pr. Secia): persona molto studiosa, diligente e brava a scuola (diffuso in Veneto).
SGAIO: aggettivo per definire qualcosa che piace molto (diffuso in Veneto).
SGAMARE: beccare qualcuno/scoprirlo/smascherarlo mentre sta facendo qualcosa ovviamente di nascosto. Es: “Ti ho sgamato che prendevi il quaderno dal mio zaino” (diffuso in Veneto).
SMARONARE: sbagliare peccando di eccessiva sicurezza. Oppure lasciarsi scappare qualche informazione su qualcun altro (es. “Marco ha smaronato Lisa sullo scherzo di ieri”). Segnalato dalla zona di Venezia.
SOFFEGOTO (pr. Sofegoto): sesso orale praticato all'uomo (es. in dialetto veneto: “fame un soffegoto”).
STINCARSI (pr. Stincarse): ubriacarsi, equivale a “far giù una balla”, bere fino a non capire più nulla. Segnalato dalla zona di Trento.
STRAMUSONE (“stramusòn” in veneto): ceffone, sberla violenta. Es.: “Gli ha dato uno stramusone così forte che gli ha lasciato il segno sulla faccia” (diffuso in Veneto). STROPPA (pr. Stropa): canna. Segnalato dalla zona di Padova e Vicenza.
SVAMPA: sigaretta. Segnalato dalla zona di Padova.
TAMBARARE: armeggiare. Segnalato dalla zona di Vicenza.
TEGA: termine usato in Veneto in due contesti: per riferirsi al pene (riferendosi al fatto che “tega” normalmente è il bacello dei fagioli) o per indicare una botta, una testata rimediata da qualche parte.
TERESINA: si puó usare sia al maschile che al femminile, prevalentemente in tono scherzoso, per indicare di avere l'arteriosclerosi. Segnalato dalla zona di Venezia.
TIPO: il fidanzato. La “tipa” è la fidanzata (diffuso in Veneto).
TROIANGERIE: oggetto di poco valore (da leggere fingendo una intonazione alla francese). Segnalato dalla zona di Venezia.

venerdì 20 maggio 2011

Vocaboli F-P
FALOPPO (pr. Falopo): rotto, non perfettamente funzionante. Es.: “Stasera non posso giocare a calcetto perché ho il ginocchio faloppo”. Segnalato dalla zona di Verona.
GARDANO: persona rozza. Segnalato dalla zona di Padova.
GHEBI: termine che ha due accezioni. La più comune la si utilizza per indicare i carabinieri; quella meno usata indica i canneti delle spiagge. Segnalato dalla zona di Venezia.
IMBROCCARE (pr. Imbrocare): conoscere una ragazza, o azzeccare qualcosa fortunosamente, es.: “imbroccare un tiro da fuori area” (ambito sportivo) (diffuso in Veneto).
LESO: aggettivazione pesante e offensiva per qualificare negativamente un individuo con difficoltà cognitive. Segnalato dalla zona di Vicenza.
LOFFIO (pr. Lofio): persona assai tirchia. Segnalato dalla zona di Trento. Nella zona di Vicenza, dicesi anche di persona svogliata, priva di ogni brio ed iniziativa.

MARAJA (pr. Maraia): compagnia di gente un po' grezza, di basso livello. Segnalato dalla provincia di Vicenza.
MAROCCARE (pr. Marocare): rubare, sottrarre furtivamente. Segnalato dalla zona di Vicenza.

MAULOTTO: Ingenuo. Segnalato dalla zona di Vicenza.
MEIERO (pronuncia mèiero con la “e” chiusa). E’ un ottimo sinonimo di “tamarro”, vale a dire un burino, comunque una persona volgare nei modi. E’ un sinonimo del più noto “sborone”, usato nel centro Italia e ultimamente sdoganato tramite i programmi televisivi. Segnalato dalla zona di Padova.
MINA: aver alzato troppo il gomito, o aver fatto bisboccia. Es: “Ieri sera ho tirato una mina!”. Ma vuol dire anche canna, spinello, bomba, miccia (diffuso in Veneto).
MISTA: miscela a varia composizione, appunto, di tabacco e hashish. Segnalato dalla zona di Treviso.
NOCE (pr. Nose): termine riferito a discorso, persona o situazione (es.: “Che noce!” o “Quel tipo è proprio una noce!”) indica una sensazione di pesantezza, noia, difficoltà a comprendere. E’ utilizzata anche la variante dialettale “Che nosa!”. Segnalato dalla zona di Padova.
PAMPE: ingenuo, sempliciotto. Segnalato dalla zona di Vicenza.
PINCIARE: scrivere al computer quasi compulsivamente, “lavorare sodo”, “dandoci dentro”. In dialetto veneto significa far l'amore.
PITO: spinello. Segnalato dalla zona di Trento.
PITONA: donna che “se la tira”, troppo truccata, vestita in modo pomposo, ai limiti del pacchiano. Nell'area sub-lombardo-veneta (Mantova, Rovigo, Verona): non è la femmina del pitone bensì del tacchino (“Pita” in veneto). Per definire una signora attempata che tende a comportarsi troppo giovanilmente, si usa “pitona vecia”.

PITONARE: schiacciare sull'acceleratore in macchina. Segnalato dalla zona di Padova.
POLLO: persona che non passa lo spinello. L’origine del termine è legata all’unto che lascia sulle dita il pollo quando lo si mangia e quindi alla difficoltà nel passare la canna perché ti si è attaccata alle dita. Viene usata con frasi tipo “hai mangiato il pollo stasera?” oppure “dai, non fare il pollastro!”. Segnalato dalla zona di Venezia.
PONTARE: quando un ragazzo blocca una ragazza addosso al muro per “provarci”. Segnalato dalla zona di Padova e Vicenza.

PROFITEROL: è utilizzato per definire chi approfitta delle situazioni, specie nel campo degli approcci amorosi (chi approfitta dello star solo con una ragazza per “provarci”). Segnalato dalla zona di Trento.

giovedì 19 maggio 2011

CESTIPEDIA - VOCABOLI A-D

Non ci sono assorbimenti culturali o invadenze “forestiere” che possano frenarlo: il vocabolario giovanile locale continua a svilupparsi, modernizzarsi, arricchirsi e colorirsi. Sempre scherzoso e creativo, è crudo e spesso evocativo, fatto di sigle, acronimi, metafore e neologismi rielaborati ad hoc: Cestipedia” è il vocabolario on-line del linguaggio giovanile veneto-trentino.
E adesso, a tutta “manetta”, partendo come prima puntata dai vocaboli A-D.

Vocaboli A-D

A NASTRO: quando piace qualcosa che si vuol fare ripetutamente (diffuso nel Veneto).
A MANETTA (pr. A maneta): espressione che sta ad indicare qualcosa che viene fatta in grande quantità (diffuso nel Veneto).
ARCHIVIARSI (pr. Archiviarse): andare a dormire quando si è molto stanchi per aver lavorato o studiato tutto il giorno. Es: “Adesso mangiamo qualcosa, poi ci archiviamo a letto” (diffuso nel Veneto).
AREA: modo scortese per richiamare l’attenzione di una persona (sta per “Ehi tu!”). Usato nella zona di Treviso e Venezia.
BACCANO (pr. Bacano): detto in Trentino di persona grezza, poco raffinata, dal comportamento rozzo e che ignora le regole del bon-ton (è l'equivalente del “burino” romano).
BACAJARE (pr. bacaiare): vociare, berciare, sbraitare per aver ragione o per il solo piacere di far baccano. Termine da non confondere con "baccagliare", che nel gergo giovanile dell'alta Italia significa "rimorchiare", sedurre una persona oggetto di attenzioni affettive o sessuali, detto anche "baccaglio". Segnalato dalla zona di Vicenza.
BARGIO: termine che in Trentino assume differenti significati, in ogni modo sempre dispregiativi. Si utilizza: per quei tipi che “tappano la loro macchina” in modi impossibili e a dir poco orribili; per ragazzi molto rozzi che “scendono dalle valli”; per giovani discotecari un po’ “truzzi”.
BARUCCARE (pr. Barucare): falsificare, alterare, taroccare: in breve, imbrogliare (diffuso nel Veneto).

BEGA: niente (segnalato dalla zona di Verona).
BERNARE: bruciare la scuola, nel veronese.
BLINDARE: beccare (“sgamare”) qualcuno a fare qualcosa che non dovrebbe fare (equivalente dell’italiano “in flagrante”) o che vorrebbe tenere nascosta. Spesso utilizzato nella forma “m'hanno blindato...”. Sta anche per arrestare (es. “Mario è stato blindato”) (diffuso nel Veneto).
BOCCALONE (pr. Bocalon): persona notoriamente pettegola (Venezia), è un termine che deriva dal nome di un pesce popolarmente chiamato così perché abbocca facilmente anche senza esche elaborate. Ne consegue che boccalone significa ingenuo, sempliciotto, soggetto debole e facilmente raggirabile anche con semplici imbrogli.
BOLLA (pr. Bola): definizione di una persona eccessivamente polemica o particolarmente insistente a tal punto da risultare sgradevole. Es: “Dovrebbe calmarsi, quel tipo é proprio una bolla!”. Segnalato dalla zona di Venezia-Treviso.
BOTTA (pr. Bota): sniffata. Significa anche ciclo di anabolizzanti, nel gergo delle palestre e dei culturisti: “stare sotto botta” equivale a fare un ciclo di anabolizzanti (diffuso nel Veneto).
BRONSA: è a parte accesa della sigaretta (segnalato dalla zona di Padova).
BRUCIARE (pr. Brusare): saltare la scuola (diffuso nel Veneto).
BURO: canna (diffuso nel padovano).
BURO (O BURRO): canna (diffuso nel padovano).

BUSO: molto, un sacco (segnalato dalla zona di Padova).
CABRIO: da cabriolet, macchina decappottabile. Dicesi di persona completamente sbronza, quindi “aperta” come una macchina cabrio e, in senso figurato, squadernata (diffuso nel Veneto).
CAIGO: la nebbia (termine tipicamente utilizzato nella zona di Venezia). Ha anche dei livelli di “graduazione” (“caighin, caigheto”) a seconda dell’intensità del fenomeno atmosferico.
CANDEA: essere “in candea” vuol dire stare fermi, impacciati e abbindolati in un posto senza sapere che fare e come comportarsi. Può voler dire anche essere in catalessi, o comunque semiaddormentati. Segnalato dalla zona di Monselice (Padova).
CANEO: (con la “e” aperta) o “cannone”= spinello. Detto anche più seccamente “sturo” (Padova).

CAZZAROLA (pr. Cassaroa): imprecazione, un po' meno volgare di ca**o, ma altrettanto espressiva (diffuso nel Veneto).
CENTRINO (pr. Centrin): ragazzo sempre e solo vestito con abiti firmati, dalla condizione sociale elevata, proveniente dalla città a che vuole differenziarsi dai ragazzi di paese (segnalato dalle zone di Treviso e Verona).
CEPPA: sinonimo di sbronza. Es: “Ho preso una ceppa da paura”, “ragazzi, che ceppa!”. In generale, è inteso come l’italiano “batosta”. Segnalato dalla zona di Venezia.
CEPPO: spinello (segnalato dalla zona di Treviso).

CESSO (pr. Ceso): ragazza molto brutta (diffuso nel Veneto).
CESTE: a Vicenza viene usato per indicare un “no” deciso (“non se ne parla proprio, niente affatto”), oppure un “pazienza, non importa, sarà per un’altra volta”, e per il più raffinato senso di ”per adesso non se ne fa niente”.

CHEBI: gergo indicante i carabinieri (diffuso nel Veneto).
CIAVARE: volgarmente, fare l'amore (diffuso nel Veneto).
CIPPO: la fine della sigaretta (segnalato dalla zona di Padova).

CISBO: individuo carente di vista, usato spesso in senso ironico (segnalato dalla zona di Vicenza).
CIUNGA: gomma da masticare (diffuso nel Veneto).
COLPO: tossicamente equivalente ad un tiro, una riga di cocaina (segnalato dalla zona di Treviso).

DESFO: in senso determinato (il d.), indica una situazione piuttosto caotica, un senso figurato di confusione, macello. In senso indeterminato (un d.), indica una quantità assai consistente di qualcosa, avvicinabile all'espressione "un sacco" o "un disastro" (diffuso nel Veneto).
DIN-DON: persona particolarmente “sgaia”, sveglia oppure di persona “fuori di testa”; il campanello (din-don) è fuori di casa più di qualsiasi altra cosa (… appena fuori gli può fungere strutturalmente da competitore soltanto il balcone). Segnalato dalla zona di Venezia.